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Tante mani gialle sui giochi e sul monumento di Carlo Mo al Parco Pertini utilizzando una vernice recuperata per strada. Una bravata che è costata cara a un gruppo di ragazzini tra i 12 e i 14 anni individuati grazie alle telecamere e alla polizia locale. Redarguiti dai genitori, ieri hanno ripulito tutto, dando così valore al rispetto del patrimonio pubblico

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L’estate, il caldo, la fine della scuola, l’adolescenza e la voglia di fare qualcosa contro le regole. Vista per strada, in mezzo a dei rifiuti, una latta di vernice gialla, l’hanno portata col monopattino fino al Parco Pertini. E hanno voluto lasciare la loro “impronta”. Tante mani gialle sulle panchine, sugli scivoli, sulle altalene e sul basamento della scultura di Carlo Mo, “Contro la violenza, determinazione – equilibrio”.


Non hanno però fatto i conti con il sistema di videosorveglianza e con la polizia locale. Visionate le immagini riprese durante la notte tra domenica e lunedì della scorsa settimana, è stato individuato il momento esatto dell’imbrattamento. Un confronto tra il comandante e gli agenti che spesso pattugliano a piedi il Pertini ha permesso di rintracciare i responsabili. Frequentano quasi quotidianamente il parco centrale di Cesano Boscone. Si tratta di cinque ragazzotti tra i 12 e i 14 anni.


«Modalità e tipologia del danno fanno chiaramente propendere – evidenzia l’assessora alle politiche per la sicurezza, Maria Pulice – per una bravata, non per un gesto vandalico finalizzato a distruggere. Però è importante che gli adolescenti siano maggiormente consapevoli che non si può deturpare il patrimonio pubblico per combattere la noia. In questo caso è stato importante il ruolo dei genitori, che hanno messo i propri figli di fronte alle loro responsabilità».


Dopo aver individuato i responsabili, i papà e le mamme degli adolescenti sono infatti stati convocati al comando di via Turati. Sono stati notificati loro i verbali per imbrattamento di cose altrui e ingiunto il ripristino dello stato dei luoghi. Cosa che i ragazzi hanno fatto domenica mattina. Muniti di spugna, spazzolone e detersivo hanno rimosso tutto.


«Non era scontato – precisa il sindaco Marco Pozza – perché in passato le cose sono andate molto diversamente, con i genitori che hanno preso le difese dei figli pur trovandosi di fronte a prove evidenti. Ritengo che la responsabilità nei confronti dell’altro, delle cose altrui e del patrimonio pubblico siano dei valori civici che dovrebbero essere patrimonio personale di ogni cittadino. In questo caso, una bravata si è trasformata in un’occasione, sia per i genitori sia per le istituzioni, di insegnare qualcosa a dei ragazzi che, la prossima volta, utilizzeranno il loro tempo per divertisti in maniera diversa».